Il prosciutto di San Daniele non ha bisogno di tante presentazioni.
Chiunque ami la buona cucina e i prodotti genuini, infatti, non può non conoscere una delle eccellenze del Bel Paese.
Quest’anno, il Consorzio ha deciso di portare il prosciutto San Daniele in giro per l’Italia con la manifestazione Aria di San Daniele, in un tour che finora ha già toccato tre grandi città: Milano, Verona e Firenze, e che da pochi giorni è arrivato finalmente a Roma.
Dico finalmente perché ho avuto la fortuna di poter partecipare all’evento organizzato presso il ristorante Stazione di Posta, a Testaccio. Una location suggestiva che ha fatto da cornice a una serata perfetta, trascorsa in compagnia di tanti amanti della buona cucina e delle cose buone, tra cui la mia compagna di merende, Alice del blog La Blonde Enfarinée.
Ad accoglierci, Nicola Sivilotti, ambasciatore del Consorzio per questa tappa romana, che con i suoi racconti ci ha coinvolte e ci ha trasmesso tutta la passione per la sua terra e, naturalmente, per il prosciutto di San Daniele.
Nicola – che si definisce anche lui “un vero San Daniele DOP” – ci dice che il prosciutto di San Daniele, per essere dichiarato tale, deve rispettare tre condizioni:
- L’origine della materia prima: le cosce devono provenire da maiali nati e allevati in 10 regioni italiane.
- Le carni non vengono mai congelate ma lavorate da fresche, con solo due ingredienti: il sale e l’aria.
- E proprio l’aria è ciò che rende unico il prosciutto di San Daniele. Nicola ci racconta, infatti, che la stagionatura deve avvenire solo ed esclusivamente nella cittadina di San Daniele del Friuli, dove i venti che scendono dalle Alpi si fondono con l’aria salmastra proveniente dalle coste adriatiche, creando un microclima unico e irripetibile altrove.
Ed ecco dunque svelato il più grande segreto del prosciutto di San Daniele: l’aria!
L’Aria di San Daniele!
Naturalmente, oltre a questo ci vogliono anche tanta, tanta sapienza e un disciplinare rigidissimo da seguire per lavorare le cosce che diventeranno prosciutti di San Daniele, dalle carni dolci, grasso compreso… e a proposito di grasso, la raccomandazione maggiore: non vi azzardate a eliminarlo! Il grasso del San Daniele è grasso buono, che conferisce dolcezza e la giusta consistenza al prosciutto.
Qui sotto, il San Daniele tagliato a mano, una piacevole scoperta…
E quello tagliato a macchina, sottilissimo. Bellissime macchine Berkel rigorosamente manuali, non elettriche, poiché quelle elettriche scalderebbero troppo il prosciutto tirando fuori il sale, e il prosciutto perderebbe la sua caratteristica dolcezza.
Nel corso della serata, abbiamo potuto degustare anche dei piatti realizzati dallo chef di Stazione di posta: sgombro scottato e tartare con mousse di melanzane affumicate e San Daniele (adorato!), focaccia con San Daniele e fichi (ce ve lo dico a fa’) e gnocchi con pomodori in tre consistenze diverse (ne avrei mangiati un quintale!).
Personalmente è stata una serata bellissima, anche perché sono riaffiorati alla mente tanti ricordi, degli anni in cui Massi viveva a Maniago (in provincia di Pordenone) e io nei periodi di pausa dall’università mi trasferivo qualche giorno da lui per studiare. Le zone di San Daniele e dintorni, quindi, le frequentavamo e le conoscevamo bene. E in realtà è proprio da allora – ormai quasi 20 anni fa – che amo il San Daniele, ma ora, dopo aver approfondito la conoscenza di questo straordinario prodotto, se possibile lo amo ancora di più.
Vi lascio ricordandovi che nei prossimi giorni #AriaDiSanDaniele sarà ancora a Roma e dintorni, e a seguire sarà anche a Bari. A questa pagina trovate tutte le date!
E tra qualche giorno, sul blog, non perdete una ricettina veloce e sfiziosa, naturalmente a base di San Daniele 😉
#sponsorizzato da Consorzio del Prosciutto San Daniele
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